giovedì 31 dicembre 2009

Confronto democratico: vinca l migliore.



La politica, quella democratica, è competizione per antonomasia. Competizione di idee e progetti e non solo di uomini e poltrone. Se non c'è il "messia", purtroppo è necessario schierarsi! Noi del centrosinstra non abbiamo "l'unto dal Signore". L'importante è che ci sia lealtà, confronto e rispetto delle parti. E poi vinca democraticamente il migliore.

martedì 22 dicembre 2009

giovedì 17 dicembre 2009

BUON NATALE


Auguro a tutti voi un sereno e felice NATALE e auspico per ciascuno un pacifico 2010.

mercoledì 18 novembre 2009

Il PD GUARDA AVANTI


L’ultimo Consiglio Comunale insieme all’ennesimo fallimento politico del sindaco e di Uniti per Monte, ha aperto per il PD nuovi scenari. Il Consigliere Mario Troiano ha finalmente rotto gli indugi e ha dichiarato di uscire dal gruppo consiliare del PD adducendo motivazioni puerili e meschine per mascherare i trasformistici intenti elettorali per le prossime elezioni regionali.

Chiunque voglia fare altri percorsi politici è libero di farli, ma non deve mancare di rispetto per chi, non senza imbarazzi, ha dovuto spesso giustificare scelte politiche a favore di incarichi di prestigio verso gli elettori che lo hanno eletto nell’Ulivo.

Sarebbe stato più corretto uscire anche dal Consiglio comunale. In fondo il suo mandato gli deriva da elettorio del PD.

“Il PD di Monte non fa opposizione a Ciliberti – ha affermato Mario– per questo esco dal gruppo consiliare”. Ha praticamente detto “siccome non ho fatto nessuna opposizione esco dal Pd”.

Oggi il PD , a differenza di qualche recrudescenza tardo comunista che sta progressivamente scomparendo, non ha motivi per rattristarsi. Non credo che ci mancheranno i loro contributi politici, sono convinto invece che con il prossimo congresso di circolo si apriranno altre e più importanti prospettive.

Con l’uscita dei Troiano il PD si libera di tanti legacci, di veti incrociati e di rancori politici che i DS prima e il PD poi si sono trascinati da anni. Molti intellettuali, ex amministratori e militanti di partito che vedevano un partito “padronale” oggi ci guardano con speranze e aspettative diverse.

E tutto questo dimostra che il PD, anche tra tante difficoltà, qualche risultato lo ha già ottenuto in questi due anni.

Questi “big” della politica montanara, che vivono di politica, quelli che oggi si schifano dei partiti in cui hanno vissuto e che ora invece esaltano i “movimenti politici”, pensano che dietro di loro ci sia il vuoto, affermano che mancano le prospettive di rinnovamento politico, mancano le possibilità di ricambio generazionale. E lo dicono con arroganza e supponenza che è l'atteggiamento stesso che dimostra che è finito il loro tempo. Per Monte Sant'Angelo hanno già dato e per tanti aspetti hanno già avuto.

Io invece penso che le giovani generazioni guidati al dialogo nei partiti strutturati o nell'associazionismo attivo, possono rappresentare il fondamento per salvare il salvabile e ricostruire un tessuto sociale che a Monet Sant’Angelo appare diviso e devastato dai personalismi. Ed è proprio in visione di questa mia ottica costruttiva che vedo positivamente l’ingresso nel PD del Consigliere Pettinicchio, che si propone con lo spirito propositivo di chi vuole dare il suo contributo senza rinunciare al proprio patrimonio ideologico e culturale. Già con l’ingresso di Felice Scirpoli e Pierpaolo d’Arienzo il PD si arricchito dell’importante pilastro della componente socialista.

In questo contesto pluralista oggi il PD è il luogo del dialogo e del confronto, per l'associazionismo che ci incalza e ci sprona, per anime politiche che lo compongono e per i cittadini che vorranno dare il proprio contributo di idee. L'occasione sarà il prossimo congresso di circolo che confermerà un gruppo di lavoro coerente e coeso e saluterà con piacere l'ingresso di nuove componenti.

Antonio Rignanese

giovedì 12 novembre 2009

Semplicemente geniali...

La faccia tosta ha un'altra faccia. ma i ragazzi dell'ARCI di Monte Sant'Angelo sono stati comunque semplicemente geniali .

Con quattro parole ha detto più di cento tabelloni, senza tante congetture e argomentazioni, hanno detto tutto.

Anche perchè tutti sanno di chi e di cosa si parla, di dove e di quando è avvenuto l'arrogante gesto.

Le "facce di culo" chiamando i carabinieri si sono dimostrati anche privi del senso dell'umorismo.

Siete stati grandi, semplicemente geniali.

domenica 1 novembre 2009

Dalla parte del buon senso


Al contrario di quanto affermato su IdM, il PD non si è schierato al fianco di Ciliberti, ma della parte buon senso.
I temi della legalità, soprattutto se sollevati in circostanze di cronaca di un certo rilievo, non si possono e non si debbono abbassare al livello della faziosità politica.
Anzi, questi sono i momenti in cui una comunità civile deve lavorare per UNIRSI.
Certo minimizzare è un errore che un sindaco non può e non deve compiere.
Quello che dobbiamo cercare in questi momenti è l'unità di intenti, dobbiamo fissare obiettivi comuni che non abbiano connotazione politica e diritti di primogenitura.
In ballo non c'è una amministrazione già allo sbando e condannata a se stessa, tantomeno una possibile futura amministrazione, in ballo c'è il futuro di una comunità che purtroppo, per tanti aspetti, stà imparando a convivere con l'illegalità diffusa.
Comprensibile è la "stizza" della società civile e del mondo giovanile, ma credo che oggi più che mai, ognuno possa fare un passo indietro, non inasprire ulteriormente gli animi e porsi nell'atteggiamento di voler creare una PROSPETTIVA COMUNE per il rilancio di una città unita e solidale.
Il PD non scende nella polemica e questo non vuol dire che sposa la linea del sindaco. Si è già avviato un cammino per creare un percorso condiviso (da tutti:partiti, associazioni, istituzioni,...) per raggiungere obiettivi comuni che si possano tradurre in ATTI CONCRETI. Queato cammino non si può e non si deve fare su strade parallele.

venerdì 25 settembre 2009

Troiano ha mollato il PD e si è fatto il suo movimento

SCRITTO DA DOMENICO PRENCIPE

Manovra in vista delle regionali. Rignanese: "Non ti seguo, scelta inopportuna".

Per la serie "a volte ritornano". Donato Troiano torna sul palco, ma con un colpo di scena, da molti previsto: non con il Partito Democratico. Donato ed i suoi "affezionati" hanno deciso infatti di creare un movimento che, a detta di Troiano, per il momento partirà in Capitanata, per espandere poi il raggio d'azione in tutta la regione Puglia, e chissà, ancora oltre. Obiettivo dichiarato: svolgere un ruolo da protagonista alle prossime elezioni regionali. La presentazione del movimento è avvenuta mercoledì 23 settembre, a Monte Sant'Angelo, tra una folta cornice di pubblico, tra sostenitori, oppositori, curiosi e membri degli altri partiti, in particolare da quel partito che così tanto patirà la sua scelta: il PD.
Parte degli uomini di quel PD hanno assistito all'incontro, scuri in volto. Lo si evince anche dall'intervento di un suo ex "allievo", Antonio Rignanese: "Questa volta non ti seguirò, anzi, ritengo questa scelta assolutamente inopportuna. Anche perché devi ricordarti - tuona Rignanese - che se hai raggiunto certi livelli, il merito è anche e soprattutto del partito che ora rinneghi. Penso che questi movimenti accentuino solo i personalismi, che poi conducono a disastri politici come alla Comunità Montana. Per questo i partiti sono importanti, anche perché vanno oltre i localismi". Stizzita la risposta di Troiano, non rivolta a Rignanese, bensì a tutto il Partito Democratico: "Ho assunto una decisione, seguendo la bussola del bene comune, non del vantaggio personale. Avrei potuto fare la battaglia nel mio partito, e forse ottenuto altri incarichi a livello regionale o provinciale. Ma non è questo che mi interessa. Secondo la mia visione IL PD NON C'È PIÙ! Quando un partito deve discutere se il sindaco di un capoluogo deve essere segretario regionale, è assurdo! Quando sento che Emiliano, segretario regionale, si crea una lista sua, penso all'assurdo! È un dramma che ho vissuto in questi mesi. Ma ora non aspetto più!".
La sua avventura politica è cominciata nel PCI. Troiano ha ricoperto il ruolo di Sindaco di Monte Sant'Angelo quasi ininterrottamente dal 1976 al 1990, per cui... come ha affermato lui stesso "ciò che vedete di buono, ma soprattutto quello che va male in questa città, è in buona parte merito e colpa del sottoscritto". È stato poi nominato Direttore Generale del Comune di Manfredonia, per poi assumersi delle responsabilità nel campo della sanità, essendo stato prima Direttore Generale dell'ASL FG2, e poi commissario straordinario. "Nel novembre 2008 mi sono dimesso dall'incarico nell'ASL in quanto non mi sentivo più legittimato. Non sentivo più la protezione del partito, né tantomeno ho avvertito fiducia da parte di Vendola. Mi sono dimesso per questo, con coerenza e dignità, caratteristiche che mi hanno da sempre contraddistinto sia negli incarichi che con il mio ormai ex partito".
"Da allora ho deciso di concedermi un periodo di riposo e di riflessione volutamente solitaria, perché mi consentisse di riflettere. Mi sono convinto che ci troviamo in una fase in cui le comunità locali devono assolutamente sviluppare un sentimento forte: quello della consapevolezza. Il sentimento di appartenenza va alimentato, con soggetti in grado di far vivere la comunità, di dare il proprio contributo. Non mi pare però di aver visto un certo impegno, un certo fervore, al di là delle piccole questioni dell'amministrazione comunale. Mi sono detto con alcuni amici: che fare? Chiudere con la politica o dare un contributo? Abbiamo deciso di tornare, rilanciando un messaggio di bene sociale, di partecipazione. La risposta, spesso, è stata la nascita di movimenti o di liste civiche isolate, a volte senza né capo né coda, finalizzate ad ottenere qualcosa di specifico. Io annuncio, invece quest'oggi, la nascita di un nuovo movimento politico, che parta dalle nostre realtà per proiettarsi poi su scala regionale. Prevediamo l'apertura di circoli di comunità nei vari comuni, per poi creare strutture provinciali e regionali".
Ma le voci che volevano Troiano clamorosamente vicino al centrodestra, circolavano già da un pezzo, per cui la domanda nasce spontanea: questo movimento dove si colloca? "Abbiamo deciso di non scegliere pregiudizialmente lo schieramento. Pensiamo che si debba, volta per volta, aprire un dibattito a livello locale per studiare le varie alleanze. No ad assi preferenziali, né alla politica dei due forni. Vogliamo mettere insieme le varie forze locali per il bene della collettività. Alleanze costruite su programmi, su uomini. Dobbiamo mettere fine alla lotta spietata delle persone! Dobbiamo renderci conto che con questo modo di fare abbiamo arrecato un gravissimo danno alla nostra città: non sono cresciute nuove leve, ma abbiamo lasciato sul campo solo macerie!".
Ecco le prossime mosse in agenda di Troiano: entro un mese, in una conferenza stampa a livello provinciale, sarà presentato il simbolo del movimento ed il sito internet. Poi si punterà a costituire ufficialmente i circoli di comunità: a Monte Sant'Angelo ed a San Giovanni Rotondo ci sono già stati incontri. A Foggia, Manfredonia e Cerignola, Troiano ha segnalato di aver ricevuto già delle adesioni.
Con il PD che gli dichiara guerra, l'Italia dei Valori di Monte Sant'Angelo gli apre uno spiraglio, con il suo segretario Giuseppe Ciuffreda: "Ci auguriamo che questo movimento possa innalzare il livello politico-culturale della nostra città. Bentornato, Troiano!".

mercoledì 23 settembre 2009

Agonia di un'amministrazione .... e di una città!


Il Consiglio Comunale di ieri ha definitivamente sancito il fallimento politico-amministrativo di Uniti per Monte, la lista "civica" che si era proposta come panacea per tutti i mali della città ma che alla luce degli eventi si sta rivelando una vera iattura per la città stessa.

Una lenta agonia di un gruppo variopinto di soggetti senza idee, legati alle deleghe di un sindaco succube dei ricatti incrociati delle due facce del PDL.

Da una parte il consigliere Totaro, mister 601 titolare dello scettro fiammante della destra montanara, dall'altra una schiera di "uomini liberi" paladini del liberismo demagogico farcito soltanto di facciata.

Penstate che per risolvere i problemi del "Galluccio" non è bastato l'Ass.re Ferosi prima e Ciuffreda poi, ora ci vuole una "Commissione di saggi", magari a spese della collettività.

E voi che ci state a fare?

Comunque nel vuoto delle idee, perchè non lo avete fatto prima?

Si mette mano all'aumento delle tasse (addizionale comunale IRPEF) e si scopre anche che molto probabilmente l'amministrazione non rispetta il patto di stabilità.

Sul versante dei "contentini" è stato a dir poco penoso, e per certi aspetti oltraggioso della dignità umana, aver votato Damiano Totaro quale rappresentante di tutti noi nella rovinosa Comunità Montana (leggi ex Comodità Montana), che in due anni ha prodotto solo aria fritta in comune, sicuramente in quel contesto troverà un clima congeniale.


Probabilmente la crisi d'identità estiva potrà trovare la quadratura del cerchio negli "accomodamenti" degli assessori, ma se la città non reagisce la lenta agonia durerà ancora qualche anno.

lunedì 20 luglio 2009

E’ il momento del nuovo centrosinistra.

La presa di posizione di IdV esprime un profondo senso di responsabilità e dimostra che non è più tempo di liste civiche e di uomini soli armati solo di astio verso l'avversario politico.

Il PDL ancora una volta ha dimostrato l'incapacità di amministrare, anche a livello locale, non è la prima volta che la loro amministrazione fallisce miseramente.

Oggi lo scenario politico, da quello provinciale a quello regionale, è cambiato.

Le forze del PDL si sono sempre più radicalizzate sulle posizioni populistiche brunettiane e nordiste della Lega Nord.

Nel Paese c'è oggi una nuova maggioranza che guarda ad una Italia unita. Questa esigenza nasce dal Sud che viene nelle migliori situazioni abbandonato a se stesso da questo governo meneghino che parla sempre più un dialetto lombardo.

Credo che sia arrivato il momento di porre le basi per una nuova assunzione di responsabilità verso Monte Sant'Angelo e verso i problemi della nazione.

E' il momento di ricostruire con IdV un nuovo centro-sinistra. E’ il momento di trovare sia con la sinistra che con l’UDC punti di incontro e obiettivi comuni.

Non c’è più tempo per inseguire le ambizioni politiche personali dei “guru” che hanno dato alla politica e che hanno anche già tanto avuto.

In questo nuovo processo politico le forze più strutturate, e il PD in particolare, possono e debbono svolgere un ruolo fondamentale per costruire una piattaforma programmatica che venga attuata da persone serie e responsabili.

lunedì 20 aprile 2009

La matita!


Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. A un certo punto, le domandò:”Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me.”
La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote
E’ vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto.”
Incuriosito il bambino guardò la matita, senza trovare alcunché di speciale.
“Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!”
“Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell’esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.“
Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi.
“Dio”: ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la Sua volontà.
“Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E’ un’azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.
“Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere un’azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.
“Quarta qualità: ciò che è realmente importante della matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.
“Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione.”

(Paulo Coelho: “Sono come il fiume che scorre”)

martedì 14 aprile 2009

La scuola di oggi è società di domani


(Relazione al seminario del 7 aprile)

Perché questo titolo? Abbiamo voluto utilizzare questo slogan perché racchiude in se il senso del ruolo che si deve dare al sistema formativo.
In tutte premesse dei programmi ministeriali c’è un filo conduttore comune: la “formazione dell’uomo e del cittadino”
Ma quale uomo e quale cittadino hanno in mente il Min. Tremonti e il Min. Brunetta? E ancora, quale uomo e quale cittadino ha in mente la Gelmini?
Questo governo tende all’essenzializzazione della scuola pubblica a tutto vantaggio della scuola privata.
Il Governo Berlusconi ha iniziato il suo percorso di demolizione della scuola pubblica partendo dall’ all’art. 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 (Finanziaria estiva) “…nel triennio 2009-2011 una riduzione complessiva del 17% della consistenza numerica della dotazione organica determinata per l'anno scolastico 2007/2008.”…“devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012. (8 Miliardi di euro)
Stiamo parlando di un provvedimento legislativo di carattere FINANZIARIO che va verso il contenimento della spesa pubblica.
La Gelmini nel suo “Schema di piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, prevede in tre anni a partire dal 2009 la riduzione di 87.400 docenti e 44.500di personale ATA.
A partire da settembre 2009, si ridurranno 50.000 unità tra docenti e ATA, si calcola che a 20.000 docenti precari e 15.000 di precari ATA non saranno riconfermati gli incarichi annuali.
Da una parte il governo Prodi prevedeva la stabilizzazione di 150.000 precari (di cui 50.000 immessi in ruolo entro il settembre 2007).
Dall’altra parte riduzione e tagli.
Vedete, la riduzione del numero dei docenti così coma sarà attuata, non è un problema esclusivamente sindacale, ma è fondamentalmente un problema didattico e pedagogico.
Ridurre il numero di insegnanti significa modificare radicalmente l’assetto organico con conseguenze gravi sulla CONTINUITA’ dell’insegnamento. Il cambiamento strutturale non sarà progressivo, ma coinvolgerà tutte le classi anche quelle intermedie.
Si alimenta così l’instabilità a scapito della qualità del servizio.
In questi giorni nella scuola si vive un clima di precarietà e di disagio diffuso, i docenti controllano le graduatorie d’istituto dei perdenti posto, partono ricorsi, si sfoderano le 104, vere e presunte, lo stesso accade per il personale ATA, e questo avviene in quasi tutte le scuola d’Italia.
I perdenti posto vivono ore di crisi esistenziale e di incertezza.
Questo disagio, che mette tutti contro tutti, si ripercuote inevitabilmente sulla qualità dell’insegnamento.
L’attacco alla scuola pubblica, mediatico prima e normativo poi, parte con l’operazione nostalgia che evoca il “maestro unico”. Ci ricordiamo ancora la telefonata in diretta a Porta a Porta della maestra della Gelmini. Si parla di grembiulino obbligatorio, il voto in condotta, …solo fumo negli occhi.
Si diffondono false informazioni:”Perché pagare tre maestri quando ne basta uno?”
Come insegnanti di scuola elementare siamo stati messi sul banco degli imputati e additati come coloro che vanno a scuola per passare tempo (…tre insegnanti per classe? …ma che fanno?). Come coloro che sono i fannulloni che rubano lo stipendio.
Si da inizio ad una pseudo riforma, anzi ad una “manutenzione” della scuola, così come loro stessi l’hanno indicata, con un decreto legge.
Il DL 137 che introduce il maestro unico, tra le altre novità, tratta gli insegnanti e la scuola allo stesso modo dei teppisti allo stadio. L’utilizzo del decreto legge se può essere utile per affrontare l’emergenza come ad esempio la “violenza negli stadi” e per modificare tutto e subito (esautorando il Parlamento), non è certo lo strumento migliore per agire in un contesto così complesso come quello della scuola.
Come se la scuola lasciata da Fioroni fosse una emergenza nazionale!
Questo decisionismo, che vuole dimostrare efficienza ed efficacia, non tiene minimamente conto del mondo pedagogico e accademico della scuola, non tiene minimamente conto del più moderno e accreditato pensiero psico-pedagogico.
La legge 148/’90 che introdusse il modulo nelle scuole elementari era stata preceduta da un triennio di sperimentazione. Si consideravano i bisogni formativi alla luce dei recenti “Programmi didattici“ del ’85 (scaturiti dalla commissione Fassino).
Le ragioni erano squisitamente pedagogiche.
Io sono entrato nel ’91 nella scuola elementare, contestualmente ai moduli, ricordo ancora la difficoltà di alcuni e l’entusiasmo di altri colleghi più anziani a lavorare per classi aperte, per gruppi e in compresenza.
Si ampliava l’offerta formativa, si aumentava il tempo scuola, si superava la figura dell’insegnante tuttologo.
Si usciva dalla “monade della classe” e si dava agli stessi insegnanti la possibilità di crescere, di sviluppare le proprie propensioni e attitudini (ambito Matemato-Sc; Linguistico; Antropologico).
Gli insegnanti dal confronto, dallo scambio di esperienze e di idee, nel modulo ottenevano, e per fortuna ancora si ottiene, quella formazione in itinere che porta al sapere, al saper fare e saper essere insegnante.
Sul maestro unico si potrebbero citare tante dichiarazioni sindacali ma il problema non è sindacale, si potrebbero snocciolare cifre e classifiche sulla nostra scuola elementare che ci viene invidiata e copiata in tante parti del mondo.
Ma credo sia importante citare un ordine del giorno delle maggiori Associazioni Pedagogiche italiane come la Siped – Società italiana di pedagogia; Sird – Società italiana di ricerca didattica; Cirse – Centro italiano di ricerca storico-educativa, Siref – Società italiana di ricerca educativa e formativa; che in un documento congiunto esprimono tutta la loro contrarietà alla figura del maestro unico.
Con il ritorno al maestro unico si vorrebbe incarnare l’UNITARIETA’ dell’insegnamento nella figura unica di riferimento.
Di contro si evidenzia:… “Il modulo organizzativo della scuola primaria…… prevedendo tre docenti su due classi, ha consentito ai docenti stessi un progressivo approfondimento dell’ambito disciplinare insegnato, ed è stata dunque una misura che è andata nella direzione di un irrobustimento dell’alfabetizzazione di base, oltre a garantire una pluralità di punti di vista preziosa per sviluppare l’intelligenza nella molteplicità delle sue forme.”
….Un solo maestro può limitare l’esperienza socio-affettiva degli alunni, che risulta invece arricchita dall’attuale pluralità di figure.”
“…Ritornare al maestro unico significherebbe, inoltre, indebolire la preparazione specifica dei docenti sui fondamenti dei diversi saperi, e quindi rendere più fragile ed incerta l’alfabetizzazione dei nostri allievi. Il tenore complessivo delle competenze realizzate dagli alunni nel corso della formazione scolastica verrebbe inevitabilmente a soffrirne. In prospettiva, il capitale intellettuale prodotto dal nostro sistema scolastico tenderebbe a diminuire, e con esso la competitività socio-economica del nostro Paese.”
(Invece si vuole tornare al classico Leggere, Scrivere e Far di conto)
Concludono “…Le associazioni pedagogiche chiedono, perciò, al Governo un serio e accurato ripensamento in merito alla questione della pluralità dei docenti nella scuola primaria.”
Un analogo parere è stato espresso dal CNPI
Dopo ampia motivazione esprime la più netta contrarietà anche il CONSIGLIO NAZIONALE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, nell’ Adunanza del 12 febbraio 2009, sullo schema di regolamento del Min. Gelmini.
Voglio solo citare le conclusioni:
“Il CNPI critica fortemente la scelta di fondo sottesa al Regolamento in quanto non coerente con le prerogative delle istituzioni scolastiche autonome, lese sui principi che regolano l’autonomia didattica, organizzativa, di ricerca, di sperimentazione e sviluppo secondo quanto disposto dal DPR 275/99.” (LEGGE SULL’AUTONOMIA delle Ist. Scolastiche varata dal centrosinistra)
“Il CNPI rileva come il Regolamento, nel prospettare un’ampia offerta di tempi scuola, possa alimentare nelle famiglie aspettative che, in assenza di congrue e correlate risorse, potranno difficilmente essere soddisfatte mettendo la scuola nella difficile situazione di dover riorientare le scelte e riorganizzare l’offerta.
Il CNPI ritiene, infine, che le criticità evidenziate compongono un quadro formativo che:
• compromette l’efficacia dell’offerta formativa nella scuola dell’infanzia e nel primo ciclo di istruzione;
• lede la dignità dell’istituzione scolastica pubblica
• non garantisce pari opportunità di offerta e di scelta sull’intero territorio nazionale. “

Ma se non sono state recepite tutte le istanze dei sindacati, del mondo scolastico (ricordo lo sciopero del 30 ottobre scorso, io c’ero e con me milioni di persone), e del mondo Accademico e Pedagogico, COME HANNO RISPOSTO LE FAMIGLIE alla luce della chiusura delle iscrizioni avvenute il 28 febbraio scorso?
QUALI SONO STATE LE LORO RICHIESTE, LE LORO ESIGENZE?
Considerato che a un mese di distanza non ci sono ancora dati ufficiali in merito -pubblicizzati e sbandierati- dal Ministero (il sintomo è che i dati sono a dir poco imbarazzanti), dai risultati emersi dalle iscrizioni, pare che il 56% delle famiglie ha chiesto le 30 ore e il 34% le 40 ore settimanali CON IL TEMPO PIENO, e soltanto il 3% ha scelto il modello breve a 24 ore settimanali.
Le famiglie bocciano in modo inequivocabile la riforma del maestro unico e la riduzione delle ore di lezione volute dal Governo.
Le famiglie hanno chiaramente bocciato la Gelmini.
C’è da chiedersi inoltre, visti gli impegni assunti dal premier per il tempo pieno, come faranno a garantire almeno 3500 classi a 40 ore con due insegnanti, occorrerebbero altri 7000 maestre?
Sarà però difficile assicurare al 90% delle famiglie il tempo prolungato senza ridurre i tagli previsti dalla Finanziaria. Noi del PD ci proviamo.
Come faranno i Comuni, sui quali si riversano i costi della scuola di base, a garantire le mense?
A Monte Sant’Angelo le tre scuole di base, hanno chiesto al Sindaco la mensa per la scuola primaria, ma tutti sappiamo che sarà solo una pia illusione!
Quest’anno l’amministrazione ha aumentato il costo del buono mensa a carico delle famiglie di circa il 50% e ha ridotto il numero dei giorni di erogazione del servizio mensa della scuola dell’infanzia.
Mi viene molto difficile immaginare che si possa portare il tempo pieno di 40 ore anche a Monte Sant’Angelo.
In questi giorni il quadro dei tagli sulla scuola si va definitivamente completando anche per la scuola media e per la scuola superiore.
Oggi il governo Berlusconi sta ponendo in essere un attacco frontale mirato e ideologico.
E’ un attacco mirato e ideologico verso il personale scolastico:
• perché gli insegnanti con la loro formazione umanistica hanno un orientamento politico di centro sinistra;
• perchè per la maggior parte donne; (99%-97%-65%)
• certamente perché per la maggior parte degli insegnanti sono meridionali
In questo quadro nazionale cosa accadrà a Monte Sant’Angelo dal 1° di settembre?
Studenti e famiglie avranno:
• meno ore di scuola;
• meno ore di compresenza e meno insegnamento individualizzato;
• meno visite guidate e viaggi d’istruzione;
• meno vigilanza e sicurezza;
… in compenso però si prevedono più alunni per classe.
Per Monte Sant’Angelo questo attacco al personale della scuola sarà certamente percepito anche nell’economia cittadina e le ripercussioni saranno significative.
Tanti sono i collaboratori, gli assistenti amministrativi i docenti e i dirigenti scolastici che operano nella scuola della provincia così come al nord del Paese.
Per certi aspetti possiamo affermare che noi di monte PRODUCIAMO ED ESPORTIAMO LA SCUOLA.
E’ per noi anche una fonte di reddito importante.
Noi del PD affidiamo alla scuola larghi compiti per la crescita di un Paese civile, democratico e al passo con le sfide dell’economia.
Investire sulla formazione oggi garantisce la crescita dell’uomo e del cittadino, ma anche di una posizione economica più vantaggiosa per il Paese.
Nell’economia globale che è basata sulla conoscenza, lo stato di salute del sistema socio-economico nazionale è legato al tenore delle competenze disciplinari e relazionali acquisiste dalle persone nei percorsi di formazione.
Il nostro Paese è di fronte ad una vera e propria sfida dell’istruzione.
Per affrontarla con successo la crisi occorre assicurare a tutti la padronanza delle conoscenze fondamentali dei saperi linguistici, storici e matematico-scientifici. Tale padronanza può essere garantita solo da un’alfabetizzazione forte fin dall’inizio della scuola primaria.
La crisi economica si combatte investendo sulla formazione e non tagliando
Anche perché i risparmi di oggi saranno i costi di domani.
Alla scuola si chiede di sviluppare l’ Ed alla legalità, l’ed. stradale, alla cittadinanza, l’ed sessuale e alla salute… tutto si chiede alla scuola in termini di informazione e di formazione, ed è opportuno che la scuola svolga questi compi.
E’ pertanto cruciale che questa istituzione e il mondo pedagogico siano messi nelle condizioni migliori per poter assolvere adeguatamente al loro compito.
In un importantissimo convegno della Società Italiana di Pedagogia e dell’Università Di Foggia svoltosi agli inizi del mese di Giugno dello scorso anno proprio a Monte Sant’Angelo i vari pedagogisti che si sono susseguiti (Baldacci, Elio Damiano, Frabboni, Scurati Chiosso) hanno rivendicato alla PEDAGOGIA il compito di avanzare analisi e proposte per una scuola contraddistinta da un’ispirazione pluralista e una logica autonoma.
Invece l’alternanza tra i poli politici ha ribadito ripetutamente logiche e indirizzi contrapposti.
E’ la pedagogia che deve elaborare un progetto-scuola caratterizzato da un proprio autonomo fondamento, indipendente dalle stagioni politiche.
L’autonomia della pedagogia, inoltre, è legata al suo pluralismo, alla sua indipendenza da ogni visione di parte, alla ricchezza e all’articolazione dei suoi paradigmi teorici.
Il PD non vuole fare della scuola il luogo dello scontro politico.
Voglio citare, solo passando, per esempio e senza rivangare sui vari errori politici dell’amministrazione Ciliberti, il fallito tentativo di accorpamento dei due Istituti comprensivi. Un accorpamento deciso e voluto da pochi contro la volontà del personale scolastico oltre che degli utenti, le famiglie.
In Consiglio Comunale il voto risicato della maggioranza è diventato per la Giunta di Ciliberti una questione di “fiducia” verso l’Amministrazione, una questione di vita o di morte. (e su questo gli amici di IdV mi potrebbero dare conferma)
Noi crediamo che il compito della politica è guidare il Paese o una comunità come la nostra coinvolgendo tutti i protagonisti.
Tutte le riforme sono destinate a fallire se non sono precedute da un percorso di condivisione e di coinvolgimento di coloro che sono i destinatari del processo stesso di riforma.
Sul tema della Formazione, in modo particolare sulla scuola superiore, noi del PD ci vogliamo confrontare.
Crediamo che non basta lanciare l’idea di una scuola alberghiera da costruire a Macchia, per rilanciare le sorti della scuola superiore di Monte Sant’Angelo, ma crediamo sia opportuno, cominciando da oggi, aprire un dialogo costruttivo per capire insieme di “quale formazione hanno bisogno i giovani montanari?”
In questi giorni noi del PD, con il segretario Franceschini, stiamo presentando il piano scuola e partiamo da una PETIZIONE POPOLARE, una raccolta di firme per chiedere con forza di poter portare in Parlamento le nostre controproposte che prevedono in parte quanto già ho esposto ma in modo particolare:
VOGLIAMO
• una scuola pubblica di qualità, più autonoma e radicata nel territorio;
• una scuola che valorizzi il merito e non lasci indietro nessuno;
• una scuola più sicura
INDIVIDUIAMO 5 EMERGENZE:
1. Soddisfare le richeste delle famiglie;
2. Assegnare risorse adeguate;
3. Bloccare l’espulsione di 87000 docenti e 44500 ATA;
4. EDIFICI SCOLASTICI più sicuri;
5. Evitare la chiusura delle piccole scuole.

PROPONIAMO
1. Gli studenti al primo posto: diritto alla studio e successo scolastico;
2. Piano straordinario di aggiornamento dei docenti;
3. Valutazione delle scuole e dei docenti;
4. Personale certo e stabile;
5. Sperimentazione per il miglior utilizzo delle risorse;
6. Riforma della scuola superiore e obbligo di istruzione a 16 anni.
7. Apprendimento per tutta la vita.
8. Stabilizzazione e indennità di disoccupazione per i precari stabilizzare 50.000 docenti e 10 mila ATA per altre due annualità così come era previsto dal precedente governo Prodi , un governo a favore della scuola!

domenica 22 marzo 2009

Poveri scaloni di via Torre dei Giganti.


Anche quest'anno in occasione dei Falò di San Giuseppe si è consumato l'ennesimo sfregio agli scaloni di via Torre dei Giganti.
Per fare mea culpa anche io da piccolo con gli amici della mia "razza dei Cappuccini", allestivamo il falò appena sopra la fontana. Poi ci fu impedito e ci spiegarono che il falò (che tutti noi amiamo) danneggiava la pietra locale di cui sono fatti gli scaloni.
Da quell'anno in poi spostammo il falò in un altro posto.
Come è possibile che nessuno ha visto l'imponenza del falò allestito quest'anno in cima agli scaloni?
Chi ha dato l'autorizzazione?
Quella scalinata, molto bella e fotografata da pellegrini e turisti, è completamente lasciata a se stessa!
Altro che Unesco!
Vi invito a vedere i danni subiti quest'anno ( e anche quelli perpetuati da noi bambini).
Scusate lo sfogo, spero che il prossimo anno si possano impedire altri danni.

sabato 28 febbraio 2009

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martedì 27 gennaio 2009

La memoria di Guccini


Mi piace ricordare con le parole e il canto di Guccini.


Auschwitz
(di Francesco Guccini)



Son morto ch'ero bambino
son morto con altri cento
passato per un camino
e ora sono nel vento
Ad Auschwitz c'era la neve
il fumo saliva lento
nei campi tante persone
che ora sono nel vento
Nei campi tante persone
ma un solo grande silenzio
che strano, non ho imparato
a sorridere qui nel vento.
Io chiedo come puo` un uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento.
Ancora tuona il cannone
ancora non e` contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sara`
che un uomo potra` imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si posera`.

venerdì 16 gennaio 2009

Tutti in ansia per Alessandro

Provo a immaginare il sentimento di angoscia che stanno vivendo i familiari di Alessandro Ciavarella nell'attesa di poterlo riabbracciare presto.
Il solo pensiero mi riempie di ansia.
La speranza è legata al modo di fare e di essere dei ragazzi di oggi.
Tutto è possibile, magari è solo una bravata o un allontanamento momentaneo.
Speriamo bene.
Quello che possiamo fare è solo pregare per il suo bene.